Verso 1.000.000 di casi nel mondo. E ci chiedevamo se fosse pandemia!

Verso 1.000.000 di casi. E ci chiedevamo se fosse pandemia!

La diffusione del Covid-19 e la sua scarsa conoscenza.

Ricordate quando pochi mesi or sono molti tra i nostri politici sostenevano che le misure di restrizione fossero eccessive? E qualche giorno prima, quando altri politici minimizzavano la diffusione del Covid-19 equiparandolo a una semplice influenza stagionale? Cantonate democratiche, perché hanno colpito tutto l’arco parlamentare.

La stessa OMS, che dispone del meglio delle informazioni medico-sanitarie aveva dubitato nei fatti che la diffusione potesse scaturire in pandemia, esitando a consigliare misure di protezione estese.

Anche solo questi pochi fatti dovrebbero indurci a capire che sul coronavirus che si sta diffondendo nel mondo sono pochissime le informazioni scientifiche.

Il contagio si avvia rapidamente a raggiungere la cifra di 1.000.000 di casi nel mondo. Numero che fa impallidire il terribile dato di 110.000 contagiati in Italia. Anche perché se nel nostro Paese il conteggio dei nuovi positivi ha un trend negativo (purtroppo “abbiamo già dato!”), quello mondiale è in rapida ascesa.

Lo stesso conteggio dei deceduti raggiunge un livello da guerra. Ed è proprio una guerra quella che sta combattendo il pianeta, per la prima volta (quasi) unito.

La pandemia in atto deve essere combattuta a denti stretti. Senza recriminare o discutere i provvedimenti. Solo chi ha competenza dovrebbe interferire nel giudizio delle misure. E i fatti ci dimostrano che anche coloro che possiedono competenza stentano a decifrare la situazione. A maggior ragione chi non ne ha dovrebbe utilizzare un minimo di umiltà nell’accettare le regole. Anche se a volte non ne comprende l’utilità.

Aderire a qualche piccola rinuncia, anche se non se ne scorge il motivo, deve essere un impegno civile. Se una regola è stata emanata, può essere eccessiva, ma può anche essere giusta per motivi che non arriviamo a comprendere perché non ferrati o non sufficientemente aggiornati in virologia o sugli sviluppi.

In questo panorama catastrofico ci sono ancora Paesi scettici riguardo al pericolo: in Svezia è tutto aperto e la vita prosegue (apparentemente) normalmente.

Il tema centrale della lotta a questo nemico deve rimanere il “non lo conosciamo”. Una regola che ci permette di averne soggezione e paura, che spesso sono gli atteggiamenti che inducono alla prudenza.

E la prudenza è l’unica arma che ci viene chiesto di imbracciare per aiutare coloro che generosamente stanno combattendo sul campo.

 

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